Anima

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Foresta – specchio dell’anima

  • La foresta interiore: alla foresta fisica, esteriore, corrisponde una foresta psichica, interiore; un luogo di eventi straordinari come li incontriamo nelle fiabe o a anche nel prologo della Divina Commedia di Dante. 
  • Un invito alla scoperta e all’esplorazione: in questa foresta interiore s’incontrano il nostro io e la nostra natura profonda, l’anima, il sacro e l’ignoto, e s’offrono alla nostra, non sempre facile, esplorazione.

“Nel mezzo del cammin di nostra vita / mi ritrovai per una selva oscura
ché la diritta via era ormai smarrita

Ah quanto a dir qual era è cosa dura / esta selva selvaggia e aspra e forte
che nel pensier rinova la paura!

Tant’è amara che poco è più morte; / ma per trattar del ben ch’io vi trovai
dirò dell’altre cose ch’i’ v’ho scorte.”

(La Divina Commedia, Inferno, Canto primo, 1-9). 

Alla scoperta della nostra giungla interiore

La foresta in cui si ritrova Dante, è luogo di eventi e trasformazioni straordinari, magici, come noi li incontriamo universalmente nelle fiabe, nei miti, nelle poesie e nei sogni. Stupenda metafora per esprimere la nostra realtà interiore, psichica, la foresta dantesca è talvolta più imperiosa della giungla più impenetrabile che conosciamo nel mondo fisico. E’ terreno d’iniziazione, luogo dove s’incontrano l’io cosciente, lungo il proprio cammino personale, e l’inconscio, ossia il substrato psichico comune a tutta l’umanità, dotato di vita propria. Dove s’incontrano il nostro io e la nostra natura profonda, l’anima, il sacro, l’ignoto, il selvaggio. 
Nel locale dell’esposizione si può ammirare una riproduzione del Primo Canto della Commedia, dipinta da Sandro Botticelli verso il 1487. 

Alla ricerca del tesoro nelle profondità della nostra natura

Partire deliberatamente alla scoperta di sé stessi, o trovarsi imbrigliati nella ramaglia della propria natura interiore, vien spesso vissuto come un’odissea attraverso una foresta ostile, se non divoratrice, piena di tranelli e bestie feroci. Tuttavia a dipendenza del coraggio, l’apertura, la conoscenza e l’accompagnamento con cui ci incamminiamo, questa foresta simbolica può rivelarsi fonte durevole di tesori, nutrimento, protezione, energia, pace e illuminazione. Ancor più, essa custodisce il tesoro supremo, tanto caro alle fiabe, da scoprire, conquistare o liberare attraverso mille peripezie: un albero o animale, re della foresta, un castello, una sorgente. Tutte immagini per circoscrivere il centro organizzatore della psiche oggettiva, fonte zampillante di saggezza, conoscenza e radicamento, così difficile da scoprire.

L’albero, modello di crescita tra terra e cielo

Il significato simbolico della foresta è strettamente connesso a quello dell’albero (vedi albero di Natale; albero della vita, del mondo, della conoscenza, dei filosofi). Dalla nascita alla morte, l’albero non cessa di crescere e rigenerarsi sospingendo rami e foglie verso il cielo e affondando le radici nel suolo. Simboleggiando il rapporto tra terra e cielo, mondo visibile e invisibile e tra ogni forma di opposti, esso è il modello di tutta la potenzialità umana: un tempo si soleva piantare un albero alla nascita di un bambino. Albero quale simbolo dell’essere umano e della sua crescita spirituale, saldamente radicato nella realtà materiale e quindi inserito nel cosmo.

La Riserva forestale: un bosco sacro moderno?

Tutti i popoli premoderni dei territori boschivi hanno curato foreste sacre quali luoghi privilegiati in cui le divinità, gli spiriti e gli avi risiedono e si esprimono o addirittura dialogano con gli umani. Spesso vi si seppellivano i defunti. Queste foreste erano precluse all’uso profano e illustravano la distinzione decisiva tra l’al di qua e l’al di là, tra la dimensione profana e sacra, cosciente e incosciente, concreta e simbolica; dimensioni i cui rapporti venivano celebrati con grande cura. Di queste foreste le riserve d’oggi sono la versione moderna, anche se raramente ne viene tematizzato l’eminente valore simbolico.

Addomesticare la selva: interiore o esteriore?

Questa nostra foresta interiore chiede di farsi esplorare, coltivare e pulire e ci offre le sue prede: chiede cioè che le proprie risorse e creature vengano integrate nella coscienza, quantunque possa, talvolta, anche resistere a questo processo. Contrariamente alla foresta fisica, essa pare inesauribile e il suo centro si lascia raggiungere solo di rado. E’ ovvio che laddove l’esigenza naturale di coltivare la dimensione interiore e di cercarne i tesori non è sufficientemente vissuta, essa tenderà ad esprimersi in modo illegittimo in uno sfruttamento esagerato della foresta esteriore, fino alla sua scomparsa. 
Scopri i gioielli di questa Riserva forestale, aprendoti al contempo al formidabile significato interiore della foresta: contribuisci così a rendere all’anima la considerazione che richiede e a togliere alla natura esteriore un peso ingiustificato. 
Ne sarai doppiamente rigenerato e vivificato.