Perché qui?

Perché qui?

In breve…

  • Evoluzione naturale: qui da decenni, in parte da un secolo, il bosco sta evolvendo in modo naturale.
  • Boschi svariati: qui il bosco ha già raggiunto una notevole diversità nella composizione, nella struttura e negli stadi di sviluppo; in futuro questa diversità aumenterà ulteriormente.
  • Abetine straordinarie: qui troviamo i maggiori boschi d’abete bianco del Canton Ticino. Essi rivestono un’importanza europea.
  • Variabilità genetica: qui l’abete bianco presenta una notevole varietà genetica che gli conferisce un’elevata capacità d’adattamento, ad esempio a condizioni climatiche nuove.

Un paesaggio grandioso

L’Oviga dell’Onsernone, il versante destro dell’alta valle di fronte agli abitati di Spruga, Comologno e Crana è un paesaggio grandioso e integro che si estende, su oltre 1000 metri di dislivello, dal fondovalle alle creste. L’isolamento, determinato dalla posizione discosta e dall’assenza di un allacciamento stradale, hanno permesso di conservarne le componenti naturali. 
Da un secolo circa la presenza umana è andata riducendosi e così, dopo gli ultimi tagli, il bosco ha potuto riprendersi e svilupparsi in modo spontaneo. Non è più necessario utilizzarne il legname, che in valle continua in luoghi più propizi. 
Oggi prevale l’interesse per la conservazione della bellezza della natura. Natura come valore in sé e come offerta per un turismo di qualità che possa portare lavoro e sostentamento alla comunità locale. 

Straordinari boschi d’abete

Troviamo qui i maggiori boschi d’abete bianco del Cantone. Dopo aver superato l’ultima glaciazione nell’Italia meridionale, l’abete bianco ha ricolonizzato le nostre Alpi da Sud raggiungendo la Valle Onsernone circa 9000 anni fa per poi restarvi in pianta stabile. La sua relativa prossimità ai rifugi glaciali, rispetto ad esempio all’abete bianco delle Prealpi nordalpine, è presupposto di una notevole varietà genetica che conferisce ai boschi d’abete della Riserva un’importanza europea. 
Le abetine della Riserva presentano oggi una marcata diversità sia negli stadi di sviluppo che nella struttura. La fustaia adulta prevale ma quasi ovunque crescono pure alberi più giovani. Numerosi sono gli alberi morti in seguito al fulmine, ai parassiti o alla vecchiaia. Non manca il legno morto al suolo, talvolta di grosse dimensioni. La tendenza evolutiva naturale di questo bosco dovrebbe favorirne un’ulteriore diversificazione. 

Boschi diversificati

Accanto alle abetine crescono estese faggete. Il faggio è talvolta dominante, talaltra frammisto ad altre latifoglie o conifere. Alle quote superiori prevale il larice. Frammezzo vi sono tutte le possibili transizioni. 
L’insieme, costituisce uno straordinario mosaico di stadi di sviluppo, tendenze evolutive e strutture vicine allo stato naturale ed è ulteriormente arricchito dalla presenza di pietraie, rocce e corsi d’acqua. 

Tassello d’una rete di aree naturali pregiate

La Riserva forestale fa parte di un vasto territorio naturale pregiato che si estende a sud fino al Parco nazionale italiano della Val Grande e che comprende le aree protette della Provincia Verbania-Cusio-Ossola, la Riserva forestale dell’Arena in Val di Vergeletto, la progettata Riserva forestale di Palagnedra e il Parco del bosco di Maia a Losone. Essa è inoltre un tassello importante del prestudio per un parco nazionale del Locarnese.

Abitazioni interamente climatizzate

Nella Riserva troviamo dei formicai di notevoli dimensioni che riuniscono sotto un solo tetto famiglie di centinaia di migliaia di membri. Si tratta di costruzioni complesse con innumerevoli corridoi e camere d’abitazione e di lavoro sotterranee, sempre asciutte e climatizzate dalle formiche secondo l’uso specifico che ne fanno. Quando le formiche sono attive, tra la primavera e l’autunno, mantengono costantemente la temperatura tra 22 e 30 gradi anche di notte e quando fuori fa freddo, o quando il solleone scalda la superficie a 60 gradi. 

Acque più forti della roccia

Nella Riserva prevalgono le rocce granitiche, acide, in particolare gli gneiss. Affiorano spesso, mostrando la loro struttura e la loro stratificazione dovute alle spinte che hanno prodotto il corrugamento della catena alpina, 70 milioni di anni or sono. A dispetto della notoria durezza degli gneiss, la topografia odierna è il frutto della millenaria azione dei ghiacciai e delle acque. I ghiacciai, scomparsi circa 10000 anni fa, hanno plasmato le forme dolci a U visibili nell’alta valle oltre il confine, le acque invece le forme più aspre a V che vediamo ovunque nella Riserva.